Isabella Andreini (1562-1604)
Nata a Padova con il nome Isabella Canali nel 1562, Isabella Andreini divenne un’affermata drammaturga, scrittrice e forse la più famosa attrice del Rinascimento italiano. Proveniente da una famiglia veneziana di basso ceto, la Andreini ricevette un’educazione di alto livello: imparò a leggere e scrivere in diverse lingue, ma anche a cantare, ballare e suonare diversi strumenti musicali. Alcuni storici suggeriscono che la formazione della Andreini fosse finalizzata ad una carriera da cortigiana, carriera che abbandonò a favore del teatro. Sebbene la data esatta del suo debutto sul palcoscenico sia incerta, sappiamo che nel 1575, a soli tredici anni, incontrò il collega Francesco Andreini, un attore noto per le sue interpretazioni dell’Innamorato della Commedia dell’arte; i due ebbero un figlio, si sposarono, e nel 1578 entrarono a far parte dell’acclamata Compagnia dei Gelosi, la principale compagnia della Commedia dell’arte in Italia e all’estero.
La carriera di Isabella Andreini con la Compagnia dei Gelosi è durata circa trent’anni, durante i quali ha reso popolare il ruolo dell’amante femminile, l’Innamorata, ma con un tocco nuovo. I suoi personaggi erano passionali, audaci e trasgredivano il comportamento socialmente accettato dalle donne dell’epoca. Il suo contributo alla commedia dell’arte ha plasmato la forma d'arte per gli anni a venire, come dimostra l’emergere di un nuovo nome popolare per l’Innamorata: Isabella. L’Innamorata della Andreini era nota soprattutto per un pezzo caratteristico, “La pazzia d’Isabella,” in cui l’Innamorata, delirante per il desiderio appassionato o per il dolore, si strappava le vesti, correva sul palcoscenico e alternava follemente diverse lingue.
L’Andreini divenne famosa anche come drammaturga, poetessa e letterata. Nel 1588 pubblicò la prima commedia scritta da una donna in italiano: Mirtilla, per molti versi un’opera pastorale di ispirazione classica, ma con un tocco protofemminista, in quanto una delle eroine, Fillide o Filli, supera in astuzia il satiro che cerca di intrappolarla, invertendo così le dinamiche tradizionali del genere letterario. Mirtilla godette di enorme successo, con nove ristampe tra il 1588 e il 1616. Tuttavia, fu la poesia della Andreini a conquistare la stima della critica maschile dell’epoca. Nel 1601, Andreini pubblicò una raccolta di Rime fortemente petrarchiste, ma con una spiccata consapevolezza dell’artificiosità, persino della finzione, dell’arte. I sonetti ammoniscono il lettore a non lasciarsi ingannare dal naturalismo del testo, ma a considerare la poesia come una performance:
"S’Alcun fia mai, che i versi miei negletti
Legga, non creda á questi finti ardori,
Che ne le Scene imaginati amori
Usa á trattar con non leali affetti"
La poesia di Andreini si classificò seconda solo a quella di Torquato Tasso in un concorso promosso dal cardinale Giorgio Cinzio Aldobrandini a Roma. Nello stesso anno, Andreini fu ammessa all’Accademia letteraria degli Intenti di Pavia, con il nome di “Accesa.” Oltre alla poesia, Andreini scrisse anche un epistolario: la raccolta, Lettere di Isabella Andreini padovana comica gelosa (1607), si ispira ad antecedenti classici, in particolare alle Heroides di Ovidio. Il testo di Andreini è di natura più teatrale, in quanto le lettere somigliano a dei monologhi drammatici. La carriera di Andreini nel teatro continuò per tutta la durata della sua attività letteraria: mentre componeva le sue Lettere, la Compagnia dei Gelosi viaggiava per l’Italia e la Francia, esibendosi davanti al re francese Enrico IV. Nel 1604, Isabella Andreini morì di aborto. Fu celebrata con un funerale di Stato e con un medaglione celebrativo della sua vita, recante il suo ritratto inciso su un lato e due trombe sull’altro. La sua compagnia, i Gelosi, si sciolse dopo la sua scomparsa e il marito Francesco si ritirò dal palcoscenico.
Bibliografia:
Isabella Andreini, Mirtilla. Pastorale d’Isabella Andreini, comica gelosa (Verona: Girolamo Discepolo, 1588).
Isabella Andreini, Rime d’Isabella Andreini Padovana, comica gelosa (Milan: Girolamo Bordoni and Pietromartire Locarni, 1601).
Isabella Andreini, Lettere d’Isabella Andreini padovana, comica gelosa (Venice: Marc’Antonio Zaltieri, 1607).
Liliana Pannella, “Canali, Isabella,” Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 17 (1974).
Meredith Kennedy Ray, “Andreini, Isabella (1562-1694),” University of Chicago Library, Italian Women Writers (2008).
Valeria Finucci, “Introduction,” in Mirtilla, a Pastoral: A Bilingual Edition, a cura di Valeria Finucci, traduzione di Julia Kisacky (Toronto: Iter press, 2018). pp.1-51.
Margaret Rose, “The First Italian Actresses, Isabella Andreini, and the Commedia dell’arte.” In The Palgrave Handbook of the History of Women on Stage, a cura di Jan Sewell e Clare Smout (Cham: Palgrave Macmillan, 2019). pp.127-150.
Francesca Boccaletto, “L’attrice che per prima rubò la scena agli uomini,” Il Bo Live (2021).